RELAZIONE FONDAZIONE PAOLETTI
PROGETTO AUTONOMIA
Lo scopo principale della Fondazione Paoletti è quello di migliorare la qualità della vita dei ragazzi e delle loro famiglie che spesso si trovano ad affrontare in solitudine dei percorsi pieni di difficoltà.
Uno degli obiettivi prefissati e condivisi tra i genitori e gli specialisti (Psicologi, Assistenti Sociali, Operatori Socio Sanitari) che individualmente seguono i ragazzi, è quello di dare sempre più spazio all’autonomia personale e fare in modo che il ragazzo/a abbia dei vantaggi nell’apprendere nuove abilità che possano essere generalizzate anche nel proprio ambiente familiare.
Un grande aiuto viene dato anche dall’ambiente dove è posizionata la struttura/casa sede della Fondazione; grazie agli spazi messi a disposizione, i ragazzi hanno la possibilità di sperimentare situazioni simili a quelle affrontate nella loro quotidianeità e di poter effettuare delle uscite nei negozi e supermercati di prossimità.
Il progetto, che rientra nel percorso del “Dopo di noi”, è rivolto ad affrontare la vita dei ragazzi/ragazze dopo l’assenza dei genitori e/o la difficoltà dei congiunti nel prendersi carico del proprio familiare.
Costruire progressivamente nel corso degli anni delle competenze ai ragazzi/ragazze, permetterà una maggiore accettazione ed autonomia anche nella società civile.
Infatti un obiettivo del progetto è quello di poter inserire maggiormente i ragazzi nella società e nel territorio in cui vivono, cercando di superare le incomprensioni e le diffidenze da parte di persone lontane da questo tipo di problematiche. Si tratta di un aspetto fondamentale anche per i genitori dei ragazzi che devono affrontare le difficoltà quotidiane, spesso vivendo una situazione sociale di isolamento con altre famiglie e/o amici. Il progetto permetterà quindi anche ai genitori di poter uscire, anche se per brevi periodi, da tali difficoltà quotidiane e di pensare a creare un ambiente maggiormente adatto ai loro figli.
In tale contesto, è nato il Progetto “Autonomia”, rivolto a ragazzi con disabilità, che si articola in incontri settimanali svolti durante tutto il periodo scolastico.
Gli obiettivi generali prefissati sono stati suddivisi in tre grandi aree:
ABILITA’ DI AUTONOMIA DI BASE
-alimentazione: possibilità di sperimentare nuovi alimenti
-controllo sfinterico e uso dei servizi igienici presenti all’interno della struttura
-igiene personale: lavarsi le mani, lavarsi il viso, lavarsi i denti
-vestirsi/svestirsi: saper togliersi i vestiti e rimetterli all’uscita, appendere i propri abiti nel luogo e posto corretto, saper prendere correttamente i propri abiti.
ABILITA’ INTEGRANTI
-cura del luogo di vita e preparazione della merenda
-mobilità sul territorio
-comportamento di lavoro (selezionare i materiali, mettere in ordine il luogo di lavoro, pulire il luogo di lavoro, collaborare con i coetanei e adulti presenti nelle varie attività proposte, ecc.)
ABILITA’ DI PARTECIPAZIONE COMUNITARIA
–conoscere il quartiere/ comunità dove è posta la struttura
-spesa e conoscenza degli alimenti
-pranzare insieme alle altre persone presenti durante i laboratori
Ogni settimana viene proposto ai ragazzi un laboratorio diverso alternato tra:
– preparazione della merenda
– laboratorio di creatività con materiali proposti sempre diversi in modo tale da poter esporre i ragazzi a diverse abilità sensoriali e migliorare la motricità fine, a volte spesso deficitaria, che rende difficoltose anche le più semplici attività quotidiane.
In tale ottica, anche se il laboratorio è uguale per tutti i ragazzi, ognuno viene seguito individualmente ed ogni attività viene adattata alle capacità del singolo in modo tale da implementare le capacità esistenti e dare a ciascuno una base per poterle migliorare.
Fondamentale è anche l’aspetto comunicativo dei ragazzi, spesso molto deficitario; infatti i ragazzi presenti all’interno di questo progetto, non sono in grado di utilizzare il linguaggio verbale per poter farsi capire dagli adulti presenti; in tal senso viene implementata la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). Ogni ragazzo ha il proprio PECS (Picture Exchange Communication System) che viene costantemente utilizzato nella comunicazione.
In tal senso, è importante condividere e confrontarsi con le famiglie, per poter creare al ragazzo/a l’ambiente migliore per mettere a frutto le competenze acquisite e per avere un aggiornamento costante delle informazioni sul comportamento del ragazzo/a al di fuori del laboratorio per valutare le eventuali problematiche emerse durante la settimana.
Dott.ssa Patrizia Abbonizio
Psicologa Psicoterapeuta